Pier Fortunato Zanfretta: caso straordinario di abduction
Pier Fortunato Zanfretta deve la sua notorietà al fatto di sostenere di avere vissuto, tra il 1978 e il 1981, undici episodi di incontro ravvicinato del terzo e quarto tipo con esseri alieni di tipo rettiliano. Altrarealtà.com ripercorre i punti salienti di questa misteriosa vicenda.
All’epoca dei fatti, Zanfretta prestava servizio come metronotte presso la cooperativa Istituto Val Bisagno di Genova, e i presunti incontri ravvicinati sarebbero avvenuti proprio durante i pattugliamenti che egli svolgeva per lavoro nella città e la provincia, percorrendo ogni notte la stessa strada e diverse frazioni, per una distanza di circa 50 km. Nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 1978 qualcosa cambia.
Pier Fortunato Zanfretta percorreva il solito giro ma a metà strada si diresse verso la frazione di Marzano, che visitava sempre solo al ritorno. Giungendo a valle, si diresse verso una delle due ville che pattugliava come sempre: Villa Verde e Villa Casa Nostra. Dietro la prima villa notò delle luci e pensando si trattasse di ladri chiamò la pattuglia via radio per dare l’allarme alla sala operativa ma d’improvviso le luci si spensero, comprese le luci dell’auto. L’uomo prese la torcia e si diresse verso la villa ma d’improvviso ricevette una grossa spinta da dietro che lo fece cadere a terra.
Pier Fortunato Zanfretta di fronte ad un essere terrificante

Pier Fortunato Zanfretta
Il metronotte recuperò subito la sua torcia e illuminò l’essere che si ritrovò di fronte: una creatura dai piedi enormi, non umana e la cui vista lo fece svenire dallo spavento. La descrizione data fu quella di un essere squamoso alto circa 3 metri di colore verde, dalla enorme testa, occhi gialli triangolari, tre spuntoni al posto delle orecchie e una retina al posto della bocca che emetteva una luce ad intermittenza. Le mani avevano 8 dita con delle ventose alle estremità. Ma la macabra esperienza non si chiuse con la visione di questa strana creatura: il metronotte sarebbe stato prelevato e portato via dove sarebbe stato sottoposto ad una sperimentazione. Di questo ha però un ricordo breve.
Pier Fortunato Zanfretta il giorno dopo venne convocato dagli inquirenti nel frattempo intervenuti per i rilevamenti di rito e per un sopralluogo sul luogo dei fatti. Furono trovate grosse impronte di circa 50 cm nei pressi della villa e una parete della villa risultava sfondata. Allo stesso tempo, quella notte furono denunciati avvistamenti di un grosso disco volante da 52 persone, tra cui il sindaco di Torriglia, vicino Genova. I rapimenti alieni del metronotte sarebbero stati circa 11 in 4 anni.
Il maresciallo Carlo Toccalino, che la notte tra il 6 e 7 dicembre 1978 era di turno al centralino della cooperativa di guardianaggio, disse in un’intervista che poco prima del primo presunto incontro, avvenuto intorno alle 24, Zanfretta aveva chiesto aiuto ai suoi colleghi via radio esclamando: “Mamma mia quanto è brutto! Non sono uomini, non sono uomini!“. Un altro strano episodio si sarebbe verificato nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1979, quando Zanfretta scomparve nuovamente. La sua auto fu rinvenuta, senza di lui, di nuovo vicino a Torriglia. Questa volta fu però osservata una nuvola nel cui interno si sarebbero accesi due fari; il tenente Cassiba affermò di aver sparato alcuni colpi contro tale nuvola, al che essa sarebbe sparita. Poco dopo Zanfretta fu trovato nei pressi della macchina. Infine, in coincidenza del quarto presunto Incontro Ravvicinato, avvenuto in Corso Europa, a Genova, i residenti segnalarono un black-out circoscritto.
La testimonianza di Pier Fortunato Zanfretta
Pier Fortunato Zanfretta affermava di aver ricevuto dai presunti esseri una sfera (inizialmente destinata all’ufologo Josef Allen Hynek) trasparente contenente un tetraedro dorato che ruoterebbe in sospensione.
L’esistenza della sfera non è mai stata provata. Zanfretta affermava di averla nascosta in un luogo noto solamente a lui: chiunque avesse tentato di avvicinarsi, sosteneva il metronotte, sarebbe stato fulminato dalla sfera stessa, sorte che sarebbe capitata ad una lepre avvicinatasi casualmente. Zanfretta raccontava di sentirsi psichicamente forzato a recarvisi almeno due volte al mese, pur ignorando il motivo di tali visite. Egli affermava di aver provato a fotografare la sfera, ottenendo, dopo lo sviluppo, solo l’immagine di cinque punti luminosi.
Gli psicanalisti Mauro Moretti e Cesare Musatti, che sottoposero Zanfretta a sedute di ipnosi regressiva, affermarono che le dichiarazioni circa tali eventi paranormali rese durante lo stato ipnotico sarebbero fatte in buona fede. Tuttavia, il loro collega Marco Marchesan precisò che queste dichiarazioni potrebbero comunque non corrispondere alla realtà. Inoltre, Roberto Pinotti ed Enrico Baccarini del Centro Ufologico Nazionale (CUN), pur ritenendo importante il “caso Zanfretta”, scrissero su UFO Notiziario che l’ipnosi sarebbe stata inquinata irrimediabilmente dall’intrusione di un inquirente, Luciano Boccone.
Inoltre, l’ipnosi regressiva è considerata in genere un metodo assai inaffidabile, dato che è facile per lo sperimentatore “imbeccare” il paziente e instillargli dei finti ricordi. Questo tipo di tecnica infatti oggi non è più ammessa nei tribunali.
La storia di Pier Fortunato Zanfretta ebbe una notevole eco nei giornali del tempo e il metronotte fu anche ospite di Enzo Tortora a Portobello. L’esperienza del metronotte ha ispirato, nel 1984, un libro giunto oggi alla sua quinta edizione, a firma del giornalista Rino Di Stefano, che può essere considerato il padre del caso Zanfretta. Nello stesso anno Rai Tre ne trasse uno sceneggiato-inchiesta intitolato UFO a Genova? Gli incontri ravvicinati di Piero Zanfretta, in due puntate di grande successo, proposto e realizzato dal regista televisivo Bruno Ferracciolo.
Fonte Parziale: Amazon Wikipedia