Kryptos: il monumento della CIA
Kryptos (dal greco: nascosto) è una scultura costruita nel 1990 dall’artista statunitense Jim Sanborn del valore di 250mila dollari ed è collocata nei pressi del quartier generale della CIA (Central Intelligence Agency) a Langley in Virginia. Approfondimento su Altrarealtà.com.
La parte principale dell’opera è fatta di granito rosso, ardesia rossa e verde, quarzo bianco, legno pietrificato, magnetite e rame; si trova nel lato nord-ovest del cortile della nuova sede della CIA, all’esterno della caffetteria. Dal momento della sua posa si è molto discusso rispetto al messaggio crittografato contenuto sulla parete della scultura, al punto da aver fatto sorgere dibattiti e riflessioni anche tra gli stessi impiegati dell’Agenzia di Intelligence americana e numerosi crittoanalisti impegnatisi a decifrare il messaggio.
Una sequenza di lettere dall’aspetto illegibile che nascondono codici segreti e che hanno ossessionato molti, compreso lo scrittore Dan Brown, che ha citato Kryptos in alcuni suoi romanzi, tra cui Il codice da Vinci e Il simbolo Perduto.
Che messaggio nasconde la scultura Kryptos?

Il codice Kryptos
Dei quattro messaggi contenuti nella scultura, tre di questi sono stati decifrati ma l’ultimo rimane ancora un’incognita. C’è da dire che l’autore dopo 20 anni dalla posa dell’opera e probabilmente stanco di aspettare una soluzione all’enigma, ha dato qualche traccia per consentire la soluzione dell’arcano.
Francamente ero convinto che il mio codice venisse scoperto molto tempo fa dichiarava Sanborn al New York Times. Così ha svelato che secondo l’ultimo codice, che resta comunque misterioso, le ultime sei letere che chiudono la serie finale della scultura, ovvero NYPVTT, una volta decifrate, si leggono come BERLIN. Una chiave che potrà far rivelare l’intero codice?
Il testo cifrato sulla metà della scultura principale contiene 869 caratteri. Tuttavia Sanborn, durante l’aprile del 2006, ha informato che una lettera era mancante; ciò porterebbe il numero delle lettere nella porzione principale a 870. Nella seconda metà della scultura è presente invece un cifrario di Vigenère di 869 caratteri contando anche gli spazi. Sanborn ha lavorato al sistema crittografico della scultura con un impiegato della CIA prossimo alla pensione, Ed Scheidt, direttore del CIA Cryptographic Center, rivelando che la scultura contiene un enigma all’interno degli enigmi che sarà risolvibile unicamente dopo che i quattro passaggi cifrati saranno decodificati. Disse inoltre che l’intera soluzione è stata data al direttore della CIA William H. Webster al momento della posa della scultura. In un’intervista concessa a wired.com nel gennaio del 2005, Sanborn rettificò quanto precedentemente dichiarato, dicendo che Webster in realtà non ha l’intera soluzione. Sanborn ha comunque confermato che la seconda parte del messaggio cifrato contiene: “Who knows the exact location? Only WW” (“Chi conosce l’esatta posizione? Solo WW”) dove “WW” si riferisce proprio a William Webster. Tale messaggio appare in maniera quasi leggibile sulla copertina de Il Codice Da Vinci uscita in America.
I risolutori dei primi codici di Kryptos
La prima persona che pubblicamente ha annunciato di aver risolto le prime tre sezioni di Kryptos nel 1999 è stato James Gillogly, un esperto di informatica del sud California, che ha decifrato 760 caratteri (772 meno 3 punti di domanda e “XLAYERTWO”). La porzione che non riesce a risolvere (circa 97 / 98 caratteri) è la stessa parte che ha bloccato i crittoanalisti del governo. Dopo l’annuncio di Gillogly la CIA ha informato che il suo analista David Stein è giunto alla medesima soluzione utilizzando unicamente carta e penna ma che l’informazione è stata tenuta confidenziale all’interno dell’agenzia e non ne è stato dato quindi un annuncio pubblico.Anche la National Security Agency (NSA) ha sostenuto di essere arrivata ad una soluzione tramite un team diretto da Ken Miller, con Dennis McDaniels ed altre due persone il cui nome non è stato reso noto; tramite un computer l’NSA ha decodificato le parti da 1 a 3 nel tardo 1992 ma anche loro sono stati bloccati dalla quarta parte.
Il Dipartimento di Matematica dell’Università della California, San Diego (UCSD) ha proposto questa soluzione alla prima sezione, inizio del pannello 1: Tra sottile ombreggiatura e l’assenza di luce si trova la sfumatura di Iqlusion. Passando alla parte finale dello stesso pannello, si è giunti alla soluzione: È stato totalmente invisibile, come è possibile? Hanno usato il campo magnetico terrestre. Le informazioni sono state raccolte e inviato discretamente verso una destinazione sconosciuta. Langley sa di questo? Essi lo dovrebbero sapere, è sepolto là fuori da qualche parte. Chi conosce la posizione esatta? Solo WW. Era il suo ultimo messaggio. 38 ° 57′ 6,5 Nord. 77 ° 8′ 44 Ovest. L”inizio del pannello 2, terza sezione, invece recita questo messaggio: Lentamente, disperatamente lentamente, i detriti che ingombra la parte inferiore del passaggio sono stati rimosso. Con le mani tremanti ho fatto una piccola apertura in alto a sinistra che a poco a poco è stata estesa. Mi è stato poi portata una candela e ho osservato a lungo all’interno. L’aria calda che fuoriesce dalla camera faceva vacillare la fiamma. Ma ora, i dettagli della stanza mi apparve in mezzo alla nebbia. Vedete qualcosa? Forse è una parafrasi in riferimento a una citazione attribuita a Howard Carter sulla scoperta della Tomba di Tutankhamon nel 1923.
La passione ossessiva di Sanborn per i codici l’ha impressa in altre sue diverse opere, alcune delle quali rimaste tutt’oggi indecifrate. Archeologo di formazione, Sanborn fu scelto dalla CIA per realizzare un’opera che andasse ad abbellire il viale d’ingresso del nuovo quartier generale forse proprio in base alle sue precedenti produzioni plastiche e alla dimestichezza con i codici.
Si voleva un’opera universale ma al contempo americana, sia per concezione che per scelta di materiali; doveva conferire benessere e speranza, ispirando sentimenti positivi dell’esistenza; forma e stile dovevano poi sprigionare energia. Chiaramente tutto ciò per i soli addetti ai lavori, coloro che quotidianamente varcano l’ingresso del NHB, in quanto Kryptos non è visitabile dal pubblico, se non con permessi speciali e con una scorta.
Un aneddoto legato alla realizzazione di Kryptos e l’affascinante figura di Sanborn
In occasione di un’intervista, egli ha espresso un concetto inquietante ma interessante ai fini di capire l’intento suo e dei committenti: Prima che l’Agenzia scegliesse il mio lavoro per affrontare l’aspetto segreto della natura umana, esso già riguardava i segreti della Natura.
Perchè l’Agenzia ha fatto questo? E cosa intende Sanborn per l’aspetto segreto della natura umana? Mentre è chiaro che il suo lavoro plastico – già prima di Kryptos – fosse rivolto a sondare i segreti della Natura. Un personaggio decisamente affascinante, se aggiungiamo inoltre che con Kryptos, l’artista ammise di aver fatto un salto concettuale poichè poteva lavorare ugualmente bene con le forze invisibili del genere umano.
Vogliamo chiudere raccontandovi un fatto curioso che ha riguardato la fase antecedente la realizzazione dell’opera. Sanborn, per sua scelta, si era procurato i materiali preferiti personalmente, come pare sia solito fare per i propri lavori. Aveva fatto accatastare le lastre di granito nel grande cortile del NHB in attesa di cominciare a lavorarle ma quando si apprestò a farlo, le lastre erano scomparse.
La notizia scatenò due fronti di ipotesi: chi pensò subito al complotto, additando i Servizi Segreti (che avevano mostrato diverse falle nella loro attività, per l’inettitudine -si maligna- della divisione Sicurezza Interna) quali sottrattori delle lastre, le quali sarebbero state portate via per essere minuziosamente analizzate onde scongiurare la presenza di microspie . Ci fu chi invece pensò alla teoria del pasticcio, in cui -semplicemente ma assurdamente- le lastre sarebbero state ritenute materiale ingombrante e da smaltire, dunque condotte alla discarica.
Fonte Parziale: Wikipedia