Calle Canitas e la maledizione della tavola ouija
Calle Canitas, Messico: la storia terrificante che Altrarealta.com vi propone riguarda un gruppo di giovani le cui vite sono state rovinate e spezzate a causa dello sciagurato uso di una tavola ouija.
Abbiamo in passato trattato questo scottante argomento, soprattutto sottolineando come possano esserci ripercussioni anche pericolose sull’uso di questo strumento medianico.
La vicenda di Calle Canitas ha ispirato anche un libro, scritto da uno dei protagonisti, Carlos Trejo, che ha documentato la tremenda esperienza vissuta dai protagonisti, scomparsi in circostanze tragiche dopo i fatti accaduti all’interno della casa che si è trasformata in un terrificante scenario diabolico.
I fatti accaduti a Calle Canitas raccontati dai protagonisti
Analizziamo i fatti riportati da Carlos, che hanno dato origine alla spirale di morte che la tavola ouija ha provocato tra i giovani coinvolti nella vicenda. La storia iniziò nel maggio 1982 quando il gruppo di amici decise di iniziare una sessione di ouija per gioco, con l’intenzione di contattare lo spirito di una persona scomparsa. Tra i presenti vi era anche la sorella di Carlos, Norma Trejo, la quale aveva perso tempo prima il suo fidanzato in un incidente. Vi erano stati tentativi da parte sua di contattare lo spirito del giovane ma senza esito. Chiaramente il gruppo era solidale nel voler fare uno scherzo alla giovane, fingendo disturbi malefici e possessioni provocate dalla invocazione medianica.
Lo scherzo si tramutò ben presto in incubo: Norma chiese se nella stanza vi fossero spiriti e il bicchierino si spostò sulla risposta affermativa. L’andamento della conversazione spiritica iniziò a prendere una strana piega, in quanto le risposte provenienti dalla tavola facevano presagire una certa insofferenza delle entità evocate nei confronti del gruppo, il quale continuava a mostrare una certa superficialità e ilarità verso di loro, forse provocata anche dall’uso di alcolci.
L’atmosfera all’interno della stanza divenne cupa quando dalla tavola fu intercettata la frase Non scherzate col diavolo. A questo punto i fratelli di Norma, Jorge e Luis, adolescenti all’epoca dei fatti, avvertirono il rumore di finestre che continuavano a sbattere. Tentarono di chiuderle ma senza riuscirvi. La situazione era fuori controllo. Alla domanda di Norma se lo spirito del giovane fidanzato si trovasse lì, la tavola diede una risposta molto inquietante: Non sono il tuo ragazzo ma ora sarò sempre con te. Ora sono dentro Emanuel (il nuovo fidanzato della giovane). Dallo scherzo al terrore il passaggio fu immediato. Emanuel, preso da convulsioni, si accasciò a terra provocando una reazione di panico in tutto il gruppo presente.
La scia di sangue provocata dalla sessione ouija a Calle Canitas
Il terrore si impadronì del gruppo: stavano assistendo ad una vera e propria possessione ai danni del ragazzo, il quale continuava a dimenarsi e a parlare con un timbro di voce distorto e innaturale. Carlos in preda al terrore telefonò ad un amico sacerdote, padre Thomas per avere aiuto:
Padre, abbiamo bisogno di lei… il male… il male si trova in questa casa per colpa nostra… Deve venire qui subito, abbiamo bisogno di lei o moriremo tutti…
Padre Thomas ascoltò tutto il racconto e poi disse che si sarebbe recato l’indomani a benedire la casa e per il momento gli raccomandò di lasciare la Sacra Bibbia aperta davanti alla propria porta. Ciò che padre Thomas non sapeva era che non avrebbe mai visitato quella casa…
Infatti qualche ora dopo la terribile telefonata, proprio mentre si preparava per recarsi al 51 di Calle Canitas, per qualche ragione ancora sconosciuta, scivolò giù dalle scale spezzandosi il collo, mentre in quello stesso momento, stando ai racconti di diversi testimoni, il testo sacro lasciato sulla porta della casa iniziò a sanguinare. Padre Thomas fu la prima vittima di quella che viene conosciuta come la maledizione della Calle Canitas.
Emanuel fu la seconda vittima: durante una notte mentre viaggiava con tutta la sua famiglia in una via poco trafficata, per qualche motivo che non è mai stato chiarito, uscì di strada schiantandosi contro un albero. Non ci fu nessun sopravvissuto mentre la morte di Emanuel fu provocata da un tergicristallo che gli trapassò la gola.
Jorge, uno degli amici dei Trejo e che era presente quella fatidica notte, morì nello stesso identico modo di Emanuel: un incidente d’auto fu la causa.
Anche la morte di Fernando, uno dei partecipanti alla sessione di ouija, avvenne in circostanze misteriose in quanto venne raggiunto alla testa da una pallottola vagante.
Sofia, la moglie di Carlos fu colpita da un tumore cerebrale che stroncò la sua esistenza a soli 28 anni, in particolare quest’ultimo avvenimento fu per Carlos un colpo così duro che decise di abbandonare la casa. In quel periodo così delicato il suo migliore amico Guillermo era il suo unico sfogo e con un po’ di fortuna riuscì anche a trovare qualcuno che era interessato ad acquistare la casa, ma ancora una volta il destino sotto vesti oscure travolse di nuovo la vita di Carlos. L’acquirente della casa il giorno in cui doveva firmare il contratto di acquisto morì in un incidente stradale, ma soprattutto il suo migliore amico ebbe un incidente domestico mortale.
Chiunque ebbe modo di tentare di approfondire i fatti accaduti in quella casa ha subìto conseguenze negative, scomparso per morte improvvisa, per incidente o per suicidio. Si contano circa 15 decessi avvenuti dopo i fatti tremendi di Calle Canitas. Il sopravvissuto Carlos è tornato ad abitare la casa, la quale può essere anche visitata da curiosi e appassionati del mistero ma con una raccomandazione, segnata su un cartello posto all’ingresso:
Vietato parlare di fantasmi, vietato fare foto a Carlos Trejo e vietato fare foto dentro la casa.
Fonte Parziale: FuocodiPrometeo