Bestie di satana e gli omicidi legati alla setta
Bestie di satana è il nome di un gruppo di giovani della provincia di Varese, ispirato vagamente al cosiddetto satanismo acido, che tra il 17 gennaio 1998 e il 24 gennaio 2004 si macchiò di una serie di delitti efferati di matrice satanista che molto fecero discutere e scioccarono l’opinione pubblica italiana e straniera. Fatti di cronaca talmente truci da essere definiti dalla BBC tra i più scioccanti della storia italiana dal secondo dopoguerra. Approfondimento con Altrarealta.com.
Furono 4 le vittime accertate con 3 omicidi e un suicidio indotto, oltre 18 altri omicidi presunti. I membri di questo gruppo oggi in carcere per i delitti accertati sono Andrea Volpe, condannato a 20 anni per aver collaborato con la giustizia, Nicola Sapone, condannato all’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi; Paolo Leoni, condannato all’ergastolo con isolamento diurno per 9 mesi; Mario Maccione, condannato a 19 anni; Pietro Guerrieri, condannato a 12 anni e 8 mesi; Marco Zampollo, condannato a 29 anni e 3 mesi; Eros Monterosso, condannato a 27 anni e 3 mesi; Elisabetta Ballarin condannata a 23 anni con la concessione di semilibertà per motivi di studio.
La magistratura con sentenza definitiva della Corte di cassazione, nel 2007 ha ritenuto i membri del gruppo responsabili dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere di Mariangela Pezzotta, ex fidanzata di Andrea Volpe, Chiara Marino, Fabio Tollis, membri del gruppo, oltre al suicidio indotto di Andrea Bontade e di altri giovani con cui il gruppo aveva dei rapporti.
Alla scoperta di questo gruppo battezzato come setta delle Bestie di satana, gli investigatori sono stati ricondotti a casi irrisolti, omicidi e fatti di cronaca nera avvenuti nella stessa zona. C’è da dire però che gli imputati oggi sono a scontare la pena per i soli casi accertati mentre per altri casi non sono state aperte inchieste.
La storia ufficiale sulle Bestie di satana
Il gruppo di vaga ispirazione satanista, con sfoggio di simboli esoterici, pentacoli,croci rovesciate e rappresentazioni del numero della bestia, il 666, così come definito nel Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, nasce nella seconda metà degli anni ’90, dedita all’uso di sostanze stupefacenti, così come ammesso dagli stessi aderenti al gruppo, oltre che allo spaccio di droga.
Il clima di esaltazione dovuto alle droghe e la connotazione simil-satanica del luogo facevano sì che le pratiche degli aderenti alla setta fossero delle prove di coraggio che venivano eseguite a cuor leggero a causa dello stordimento (come durante i riti d’affiliazione) oppure, in un ambito che era più o meno consapevolmente nichilista, le sedute consistevano nell’infliggere dolore fisico. Da un racconto dello stesso Volpe si evince che sul corpo del povero Tollis vennero spenti mozziconi di sigaretta mentre un altro membro del gruppo, Monterosso, lo mordeva sul collo. Un altro membro del gruppo, Paolo Leoni, fu sorpreso a camminare sui binari della metropolitana, completamente ubriaco e sotto effetto di droghe, mentre gridava frasi senza senso. Fu lo stesso Leoni a minimizzare il fatto asserendo si trattasse di un tentato suicidio per la perdita del padre e della sorella. Si trattava di riti di affiliazione suggellati da un patto di sangue che, una volta compiuto, consentiva di lasciare il gruppo solo con la morte.
Si è discusso sul fatto che questa setta di matrice satanica avesse dei capi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i membri fondatori erano Sapone e Leoni, uno idraulico incensurato, l’altro commesso di un ipermercato, figlio di un ex detenuto per omicidio e noto come un satanista. Figura enigmatica era considerata quella di Volpe, entrato in un secondo momento nel gruppo, esecutore materiale dei delitti accertati ma mai considerato come il capo della setta, proprio a causa della sua tossicodipendenza, sebbene avesse una certa influenza nel prendere decisioni. Tutti coloro che hanno ammesso responsabilità affermano che con la sua entrata nel gruppo si cominciò a progettare omicidi rituali.
Le Bestie di satana implicate con l’omicidio di Mariangela Pezzotta
Il 24 gennaio 2004 venne commissionato a Volpe l’omicidio di Mariangela Pezzotta, da parte di Nicola Sapone. Il motivo era legato al fatto che la ragazza sapesse troppi dettagli sulla scomparsa di Fabio Tollis e della sua fidanzata Chiara Marino, di cui si persero le tracce nel gennaio 1998. La Pezzotta fu invitata con un pretesto nella baita di Golasecca. Qui la giovane, dopo una lite con l’ex fidanzato Volpe, alla presenza della sua fidanzata Elisa Ballarin, viene colpita in volto da due colpi di pistola, ma non muore sul colpo.
Sotto effetto di droga, i due contattarono Sapone per chiedere aiuto. Sapone li raggiunse nella baita, finendo a colpi di badile la ragazza, agonizzante, all’interno della serra, e ordinando di ripulire tutto, di seppellire la Pezzotta e di gettare nel fiume la sua auto, tornando poi a casa. Seppellita la ragazza, Elisabetta Ballarin salì sull’auto con il fine di farla finire nel fiume Ticino. Purtroppo per le sue condizioni alterate, la Ballarin andò a schiantarsi e a incastrarsi su un muretto, ritrovata da forze dell’ordine accorse sul posto dopo una segnalazione di qualcuno che sentiva gridare il Volpe, in evidente stato confusionale.
Da frasi sconnesse pronunciate proprio dalla Ballarin, si aprirono indagini e ricerche della povera Mariangela Pezzotta che il giorno dopo viene ritrovata all’interno dello chalet di Volpe. Dalla confessione di Volpe emerse che egli fu costretto ad agire sotto ricatto da Sapone, che lo aveva minacciato se non lo fai tu lo facciamo noi, lasciandogli capire che anche lui e la Ballarin sarebbero stati uccisi qualora non si fossero liberati della vittima.
Le Bestie di satana responsabili del massacro di Fabio Tollis e Chiara Marino
I due giovani, dopo un primo tentativo di omicidio avvenuto il 31 dicembre 1997, passato come incidente, furono oggetto di un massacro avvenuto nei boschi di Mezzana Superiore, presso cui sono stati condotti col pretesto di dover compiere un rituale. Li aspettava una fossa scavata giorni prima da Sapone e Volpe, con Pietro Guerrieri e Andrea Bontade. Quest’ultimo doveva essere presente e fare da palo alla strage ma quella sera non si presentò. Questa fu la motivazione dell’induzione al suicidio, avvenuto con lo schianto in auto contro un muro a 180 km/h il giorno 21 settembre 1998. Stesso discorso per Guerrieri, non presente al delitto, che si abbandonò all’uso di droghe entrando in profonda crisi depressiva.
Una volta giunti sul luogo, la Marino venne uccisa a pugnalate da Sapone, mentre Volpe e Maccione si avventarono sul Tollis che tentò invano di difendere l’amica. Tollis venne preso poi a martellate sul volto da Maccione con una violenza tale da fratturare completamente le ossa del volto del ragazzo. Lo finì Sapone, infilandogli in bocca un riccio di castagno per soffocare le sue urla e con una coltellata alla gola talmente forte da spezzare la lama del pugnale, i cui frammenti verranno rinvenuti anni dopo tra le costole del ragazzo.
Nella concitazione del momento anche Maccione si ferì profondamente ad una mano mentre colpiva a morte l’amico Tollis. Al termine della mattanza, i due ragazzi vennero gettati nella fossa e vilipesi con azioni dissacratorie come l’atto di urinare sui corpi e il ballarci sopra ripetendo la frase Siete solo degli zombie. I corpi di Tollis e della Marino, ormai ridotti a scheletri, vennero ritrovati dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Varese 6 anni dopo, il 18 maggio 2004, a seguito delle indagini relative all’omicidio di Mariangela Pezzotta, grazie anche alla tenacia del padre di Fabio, Michele Tollis, che non si convinse mai della scomparsa volontaria di suo figlio e della sua giovane fidanzata.
Fonte Parziale: Amazon Wikipedia