Belladonna: dall’omeopatia la cura per infiammazioni e dolore
Belladonna: una pianta dalle innumerevoli virtù soprattutto contro infiammazioni a stomaco e intestino, contro asma, bronchite e allergie in genere. Scopriamo di più con Altrarealta.com.
Il suo nome è Atropa Belladonna e si tratta di una pianta erbacea perenne, rintracciabile in boschi alpini e appenninici. Appartiene alla stessa famiglia di melenzane e pomodori (Solanacee) e presenta fiori violacei e bacche scure ricche di semi. Nota anche alla medicina tradizionali sia per gli effetti benefici che per quelli tossici. Il nome è ispirato alla figura mitologica della Parca Atropa, colei che decideva la durata di vita di un essere umano. La denominazione di Belladonna deriva invece dal gergo veneziano del Cinquecento e fa riferimento all’utilizzo del suo succo come cosmetico femminile.
L’ingestione delle bacche con conseguente intossicazione ha spinto i farmacologi del Settecento a studiarla, scoprendone sia gli effetti deleteri sullo stomaco che il blocco del sistema nervoso parasimpatico.
Princìpi attivi e controindicazioni della Belladonna
La Belladonna si compone di tre alcaloidi, l’atropina, che agisce sul sistema nervoso parasimpatico come anestetico; la iosciamina, attiva sul sistema nervoso centrale come stimolante; la scopolamina che svolge azione sedativa.
Dagli effetti di questi alcaloidi derivano le proprietà benefiche di questo rimedio naturale, utilizzato anche nella branca dell’Omeopatia. L’uso risulta sicuro in quanto gli alcaloidi presenti vengono estratti e diluiti in preparazioni omeopatiche. Il dosaggio raccomandato è di 3 granuli o 5 gocce per 3/6 volte al giono, in base alle indicazioni mediche.
Cosa cura la Belladonna? Infiammazioni a gola, riniti allergiche, congiuntivite, otite, disturbi della pelle.
L’azione sedativa aiuta contro ulcere, bruciori di stomaco e gastriti, sindromi da intestino irritabile, ciclo mestruale doloroso, insonnia, asma e bronchite.
La Belladonna è una pianta molto tossica, diventa perciò decisamente pericolosa, anche letale, se assunta in maniera non controllata e, per tale ragione, non si dovrebbe utilizzare né direttamente né secondo le forme estrattive tradizionali, bensì sotto forma di estratto titolato e standardizzato, o in formulazioni omeopatiche. In caso di sovradosaggio, gli effetti collaterali, possono essere perdita del controllo psicomotorio, disordini mentali accompagnati da allucinazioni. In casi più gravi possono subentrare ipertermia, secchezza della bocca, tachicardia, tremore, insufficienze polmonari e incoscienza. Indispensabile chiedere il parere del medico o dell’omeopata prima e durante l’uso.
Fonte Parziale: Riza.it Macrolibrarsi