Travis Walton fu realmente rapito dagli alieni?
Travis Walton è un ex falegname che nel novembre 1975 si trovò suo malgrado al centro delle cronache per un presunto rapimento da parte degli alieni. Scopriamo maggiori particolari su Altrarealtà.com.
Il fatto si svolse in Arizona, precisamente nella Apache Sitgreaves National Forest, dove Travis operava per ripulire il sottobosco di una vasta area vicino a Turkey Springs. Il lavoro era il più remunerativo che avesse ricevuto dal servizio forestale, ma il gruppo era in ritardo con il programma. Come risultato, allungarono i turni di lavoro per adempiere al contratto; in genere gli operai lavoravano dalle 6 del mattino fino al tramonto.
Poco dopo le 18:00 la sera del 5 novembre, il gruppo, finito il lavoro, salge sul camion per il viaggio di ritorno a Snowflake. Il gruppo riporta che dopo poco iniziarono a vedere una potente luce attraverso gli alberi, che poi si scopre essere generata da un disco di metallo con una cupola. Questa emette bagliori giallastri, misura circa 6 m di larghezza e 2,50 m di altezza e sembra evoluire a pochi metri dalla strada.
Travis Walton scompare senza lasciare traccia
Il camion si ferma ad una trentina di metri di distanza dall’oggetto luminescente. A questo punto Walton salta giù dal mezzo dirigendosi verso il disco volante. Quando fu vicino all’oggetto, il disco comincia a fare un rumore simile ad una turbina molto forte, secondo quanto riferito dai testimoni sul camion. Il disco poi inizia ad oscillare da un lato all’altro, e Walton comincia a camminare con cautela lontano dall’oggetto. D’un tratto un fascio di luce bluastra colpisce Travis il quale sollevando un piede in aria e distendendo braccia e gambe, arretra di circa 10 metri, per tutto il tempo che viene catturato dal bagliore della luce, finendo poi al suolo.
I compagni di lavoro di Travis Walton fuggirono terrorizzati ma dopo un po ritornarono indietro per soccorrere l’uomo: purtroppo di Walton non c’è traccia. Viene chiamata la polizia, le ricerche proseguono senza esito positivo lasciando nella più totale disperazione i colleghi di Travis ancora increduli per l’accaduto.
I testimoni vengono interrogati e le autorità decidono di ritornare sul luogo della scomparsa anche il giorno dopo, sempre più convinti di essere di fronte ad una storia inventata e senza alcun fondamento. La paura è che l’uomo, vestito solo di una camicia e dei jeans, possa cadere vittima di ipotermia a seguito di smarrimento nella foresta. Dalla mattina del 6 novembre, molti ufficiali e volontari intraprendono le ricerche intorno alla zona dove si è perso Travis, non trovando alcuna traccia dell’uomo. I sospetti della polizia sono orientati a pensare che il racconto dell’UFO sia stato architettato per coprire un incidente o un omicidio. Tuttavia a seguito della richiesta pressante dei colleghi di proseguire le ricerche ingiustificatamente interrotte, dal pomeriggio di quel giorno, la polizia comincia a cercare Travis con gli elicotteri, gli ufficiali a cavallo e le Jeep.
La testimonianza agghiacciante di Travis Walton

Travis Walton
Travis Walton descrive la sua esperienza di Abduction in modo molto chiaro, raccontando per filo e per segno il suo risveglio, il dolore che provava nel muoversi al torace ed alla testa, la bocca e la lingua impastata da un sapore metallico, la mancanza di sensazione di fame. L’uomo racconta di come si è trovato in un luogo simile ad un ospedale, ma che sembrava completamente costituito da pareti in liscio metallo, racconta come abbia scambiato gli alieni per strani medici con un camice arancione e mascherine e protezioni bianche.
Travis racconta nei minimi particolari la sua colluttazione durante la fuga con le creature umanoidi e le descrive come spugnose al tatto, alte circa 1.53 centimetri, pelle liscia di colore grigio, dotate di mani piccole, delicate, prive di unghie, piedi molto piccoli, prive di capelli non emettevano suoni e la testa era spropositatamente grande con occhi ovali anch’essi esageratamente grandi di colore marrone scuro, privi di sopracciglia e ciglia e le loro bocche erano sottili e strette, nasi e lobi delle orecchie molto piccoli.
Travis racconta dell’incontro con un umano sull’astronave che non parla mai con lui ma semplicemente gli indica la via per fuggire dall’astronave, ed è in grado di aprire le porte dell’astronave con la sola forza del pensiero. L’uomo viene ritrovato dopo 5 giorni in stato semincosciente e con una puntura molto evidente sul braccio destro. I testimoni ll’avvistamento dell’ ufo vengono sottoposti alla macchina della verità che dà esito positivo, trovandoli tutti attendibili. Travis invece viene sottoposto a studi più approfonditi compresa una seduta di ipnosi regressiva.
Il dottor Jean Rosembanen, psichiatra, studiò il caso di Travis Walton e la sua conclusione fu che l’uomo aveva immaginato di essere stato rapito dagli alieni e non riuscì del tutto a spiegare l’accaduto e tantomeno ciò che videro gli altri ragazzi quella sera.
Howard Kandell, un altro medico trasse invece la conclusione che Travis aveva vagato per cinque giorni nel bosco ma le analisi dimostrarono che Travis non era malnutrito, tutt’altro e che nel braccio destro, dove vi era il segno di una puntura, aveva subito un prelievo di sangue.
Walton, nel ricordare la sua esperienza, ha interpretato così la sua Abduction: Credo che il raggio di energia che mi ha colpito sia stato un incidente involontario: evidentemente mi ero avvicinato troppo. Quegli esseri mi hanno preso con loro solo per salvarmi. Tanti addotti raccontano di esperimenti medici ai quali sono stati sottoposti (ricordando il caso di Fortunato Zanfretta, ndr). Io non ricordo nulla del genere, ma sono convinto che sull’astronave gli alieni mi abbiano rianimato. Quella scarica elettrica mi poteva uccidere, anzi, se i miei amici mi avessero soccorso e portato all’ospedale, di sicuro sarei morto.
Fonte Parziale: Wikipedia