Ragnarök: il mito nordico della grande battaglia finale
Ragnarök nella mitologia norrena indica la battaglia finale tra le potenze della luce e le forze oscure del male e del caos, dopo la quale l’intero universo sarà distrutto e verrà rigenerato. Scopriamo con Altrarealta.com le origini e i particolari di questa figura mitologica appartenente alla tradizione nordica.
Come abbiamo avuto modo di accennare trattando della figura del dio Thor, il Ragnarök viene tradotto letteralmente come Fato degli Dei ma accostato alla erronea traduzione di Crepuscolo degli Dei: è quest’ultima la più celebre definizione, anche per l’opera wagneriana omonima.
Gli storici sono giunti ad una traduzione diversa che in origine sarebbe Giudizio delle Potenze. I Ragnarök sarebbero noti da tre fonti:
- Vǫluspá (Profezia della Veggente)
- Vafþrúðnismál
- Gylfaginning (Inganno di Gylfi)
Ragnarök rappresentano la fine del mondo
Si tratta di fonti frammentarie, contraddittorie e talvolta criptiche e incomprensibili. Essi verranno preceduti da un inverno terribile della durata di tre anni dopo il quale avverrà il totale sfascio di legami sociali e familiari in un susseguirsi di violenze e di disordini. Il sole e la luna spariranno divorati dai due lupi Skoll e Hati mentre le stelle cesseranno di emanare la loro luce propria.
Yggdrasill, ossia l’albero cosmico, sarà scosso e si verificheranno eventi sismici di portata straordinaria che porteranno distruzione in tutta la terra.
Le creature del caos attaccheranno il mondo: Fenrir il lupo (foto) verrà liberato dalla sua catena, mentre il Miðgarðsormr emergerà dalle profondità delle acque. La nave infernale Naglfar leverà le ancore per trasportare le potenze della distruzione alla battaglia guidate da Hel. Al timone ci sarà il dio Loki.
I misteriosi Múspellsmegir cavalcheranno su Bifrǫst, il ponte dell’arcobaleno, facendolo crollare. Heimdallr, il bianco dio guardiano, soffierà nel suo corno, il Gjallarhorn, per chiamare allo scontro finale Odino, le altre divinità, e i guerrieri del Valhǫllr (gli einherjar).
Nel grande combattimento finale, che avverrà nella pianura di Vígríðr, ogni divinità si scontrerà con la propria nemesi, in una distruzione reciproca. Il lupo Fenrir divorerà Odino, che quindi sarà vendicato da suo figlio Víðarr. Þórr e il Miðgarðsormr si uccideranno a vicenda, e così Týr e il cane infernale Garmr. Surtr abbatterà Freyr.
L’ultimo duello sarà tra Heimdallr e Loki, che si uccideranno a vicenda, quindi il gigante del fuoco Surtr, proveniente da Múspellsheimr, darà fuoco al mondo con la sua spada fiammeggiante.
Di seguito, dalle ceneri, il mondo risorgerà. I figli di Odino, Víðarr e Váli, e i figli di Thor, Móði e Magni, erediteranno i poteri dei padri. Baldr, il dio della speranza con sua moglie Nanna e Hǫðr suo fratello, torneranno da Hel, il regno della morte. Troveranno, nell’erba dei nuovi prati, le pedine degli scacchi con cui giocavano gli dei scomparsi. La stirpe umana verrà rigenerata da una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir, sopravvissuti nascondendosi nel bosco di Hoddmímir o nel frassino Yggdrasill a seconda dei culti.
La rinascita del mondo è tuttavia adombrata dal volo, alto nel cielo, di Níðhǫggr, la serpe di Niðafjoll, misteriosa creatura tra le cui piume porterà dei cadaveri.
Interpretazioni dei Ragnarök
L’assenza di paralleli corrispettivi escatologici nelle altre mitologie europee, cioè la mancanza di narrazioni sulla fine del mondo, ad esempio, in ambiente greco o romano, ha portato diversi studiosi a ipotizzare influssi più o meno decisi, nei Ragnarǫk, dell’immaginario cristiano, in particolare dall’Apocalisse di Giovanni.
L’ipotesi sarebbe corroborata dal fatto che la mitologia norrena sia stata codificata quasi interamente in seguito all’arrivo del Cristianesimo nell’Europa settentrionale. Tuttavia, anche e proprio per questo motivo, l’ipotesi rimane tale e priva di una qualunque verifica.
Georges Dumézil, studioso francese dei miti, ha messo in luce le forti somiglianze tra i Ragnarǫk e, nella mitologia hindu, la battaglia tra Pāndava e Kaurava, così com’è narrata nel Mahābhārata. Così come il Ragnarǫk sarebbe posto nel futuro, l’analoga battaglia epocale del Mahābhārata si trova nel passato.
È forse dunque possibile come corrispettivo dei Ragnarǫk in area mediterranea la gigantomachia o la titanomachia, che vedono contrapposti gli dei olimpici guidati da Zeus contro creature deformi e caotiche.
Lo scontro finale è stato rappresentato anche in un lavoro cinematografico nell’ultimo film Thor: Ragnarök in uscita in Italia il prossimo 25 ottobre.
Fonte Parziale: Amazon Wikipedia