Madre Speranza: la suora che lottò e vinse contro satana
Madre Speranza, prima di nove figli, nacque nacque a Santomera (Murcia, Spagna) il 29 settembre 1893 ma venne dichiarata il giorno 30 settembre da una modesta famiglia contadina. Con Altrarealta.com ripercorriamo la vita e la particolare esperienza di questa mistica religiosa.
La sua particolare intelligenza suscitò il suggerimento di un vicino della baracca dove abitavano, di affidare la bambina al parroco di Santomera. I genitori acconsentirono e Maria Giuseppa andò nella casa di don Manuel Allaga, che viveva con due sorelle, dove ricevette un po’ d’istruzione senza frequentare nessuna scuola e imparò i lavori domestici; rimase con loro fino ai 21 anni, quando nel 1914 partì per farsi religiosa.
Dopo una prima esperienza, risultata negativa, fra le suore addette agli ammalati, su consiglio del vescovo di Murcia, entrò nell’Istituto delle Figlie del Calvario di semiclausura, fondate nel 1863, ove emise i voti il 15 agosto 1916 assumendo il nome di Speranza di Gesù Agonizzante.
Questa Istituzione però composta di sette suore anziane, presentava incerte prospettive per il futuro, per cui nel 1921 si decise per una fusione con le religiose dell’Immacolata o Missionarie Claretiane, fondate nel 1855 da s. Antonio Maria Claret, anch’esse dedite all’educazione cristiana.
Dopo un corso di esercizi spirituali il 19 novembre 1921, cinque suore fra cui Speranza di Gesù, emisero i voti perpetui e lei si chiamò Esperanza di Santiago. Trascorse in questa Congregazione nove intensi anni, svolgendo diverse mansioni quali, sacrestana, portinaia, economa, assistente delle bambine. Furono gli anni nei quali si accentuarono in lei fenomeni non comuni, che attiravano l’attenzione delle consorelle e di personalità spagnole ed estere, ragion per cui fu affidata alla guida dei più noti direttori spirituali dell’epoca.
Sin da quando aveva 12 anni ebbe in visione Santa Teresa del Bambino Gesù, che l’esortava a diffondere nel mondo la devozione all’Amore Misericordioso, come aveva fatto lei. Da religiosa dagli anni Venti, collaborò con il domenicano padre Juan González Arintero, a diffondere questa devozione. Nei suoi scritti manteneva l’anonimato firmandosi Sulamitis.
Trasferita nella casa di Vicalvaro-Madrid dal 30 novembre 1921, nell’anno successivo cominciò ad avere problemi di salute, una sofferenza che non le dava tregua e fu più volte in punto di morte. Nel 1930 lasciò le Missionarie Claretiane per adempiere l’idea di avere una Casa propria, dove poter svolgere senza restrizioni, la sua missione verso i poveri.
Prima fondò il collegio di Nuestra Señora de la Esperanza a Madrid e poi consigliata dal suo direttore spirituale, diede vita a nuove Congregazioni. Nel Natale del 1930, nella povertà più assoluta ebbe inizio in forma privata la fondazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, aprì nel 1931 il primo collegio a Madrid, a cui con ritmo impressionante seguirono altre case in diverse regioni della Spagna.
Annunciavano l’Amore Misericordioso attraverso la carità, dedicandosi all’assistenza domiciliare dei molti poveri e all’accoglienza di anziani e disabili. Il 6 gennaio 1935 l’Istituto fu eretto a Congregazione diocesana dal vescovo di Vitoria; nel maggio 1936 la fondatrice madre Speranza, insieme ad una insigne benefattrice si recò a Roma per aprire una Casa in affitto in via Casilina 222, zona delle più povere.
Negli anni che seguirono, dal 1936 al 1941, mentre in Spagna infuriava la Guerra Civile con tanti martiri religiosi, il suo Istituto trovava l’opposizione di vescovi e sacerdoti spagnoli, che si estese anche all’interno della Congregazione, giungendo ad accusare e calunniare la fondatrice invocando la sua rimozione da Superiora Generale.
Il 6 agosto 1940 e per tre giorni, madre Speranza fu chiamata dal Sant’Uffizio per rispondere sull’ortodossia della dottrina dell’Amore Misericordioso, sulla sua condotta e sulla veridicità e natura dei particolari fenomeni a lei attribuiti.
Il 10 aprile 1941 il Sant’Uffizio accolse la Congregazione sotto la sua diretta protezione, lasciando a Madre Speranza il titolo di Superiora Generale e la possibilità di formare le suore, mentre alla Vicaria Generale, venne affidato il governo dell’Istituzione.
Ella accolse il provvedimento con spirito di sottomissione e ubbidienza, esortando le sue figlie a fare altrettanto. Fu destinata alla Casa di Roma, dove lavorò come una semplice suora.
Libera da responsabilità e scagionata dalle accuse, durante la Seconda Guerra Mondiale, intensificò la diffusione del messaggio della Misericordia di Dio; avviò un laboratorio di cucito per aiutare con i proventi i bisognosi e per accogliere gratuitamente molti bambini poveri; era un periodo triste con bombardamenti, paure, fame, lutti; accolse i rifugiati politici, nascose nei sotterranei i soldati allo sbando, sfamò chi aveva perso tutto; aprì una nuova mensa, con l’aiuto della Provvidenza, dove giunse ad accogliere oltre mille persone al giorno.
Il 15 agosto 1951 realizzando una sua speciale ispirazione, avvertita fin dal 1927, fondò la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, essi dovevano sostenere i sacerdoti del clero secolare in spirito di comunione. Tre giorni dopo, il 18 agosto 1951 madre Speranza si trasferì a Collevalenza in Umbria, dove fondò una Comunità di Ancelle e Figli dell’Amore Misericordioso; fratelli e sorelle, figli della stessa madre, con lo stesso spirito e carisma, aiutandosi reciprocamente.
Nel 1952 madre Speranza di Gesù fu confermata Superiora Generale e tale rimase fino al 1976, quando venne nominata Madre Generale ad honorem.
A Collevalenza volle realizzare un suo sogno, il santuario dedicato all’Amore Misericordioso che con le Opere annesse, testimonia e fa conoscere a tutti, che Dio è un Padre che ama, perdona ed accoglie i suoi figli. Qui madre Speranza apostola di quest’Amore, accoglieva e riceveva più di cento persone al giorno, ascoltandole una alla volta, consolando, consigliando e infondendo speranza.
Papa Giovanni Paolo II si recò il 22 novembre 1981 a visitare il santuario di Collevalenza, incontrando anche Madre Speranza; la venerabile morì l’8 febbraio 1983.
La causa per la sua beatificazione fu introdotta presso la diocesi di Orvieto – Todi il 24 aprile 1988 e il 23 aprile 2002 è stata dichiarata venerabile: la sua salma riposa nella cripta del santuario, circondata dalla venerazione dei suoi figli e figlie spirituali e dei pellegrini.
E’ stata beatificata a Collevalenza il 31 maggio 2014.
Madre Speranza, la sua lotta fisica contro il demonio e il prodigio dell’acqua
Madre Speranza, al pari di Padre Pio o di Suor Faustina Kowalska, ha avuto durissimi scontri anche fisici con il maligno. Proprio il progetto della costruzione del Santuario dell’Amore Misericordioso e delle piscine che dovevano essere destinate al bagno degli ammalati, hanno rappresentato per Madre Speranza motivo di una cruenta lotta contro satana che ha dichiarato guerra alla mistica religiosa.
E in effetti l’escavazione del pozzo fu, a dir poco, snervante sia per la profondità che si dovette raggiungere (122 metri), sia per la serie, umanamente inspiegabile, di complicazioni meccaniche e tecniche che si verificarono. Fu proprio il demonio ad affermare che ogni tentativo di trivellare il terreno sarebbe fallito per sua mano. In effetti le trivelle utilizzate per lo scavo si spezzavano misteriosamente. Le numerose vessazioni del maligno furono anche dirette alla religiosa, la quale dovette subire vere e proprie aggressioni fisiche. I lavori dell’intero progetto durarono precisamente 10 mesi: dal 1° febbraio al 1° dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata sull’apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice.
Una pergamena il giorno 14 luglio 1960 fu gettata con apposito contenitore in fondo al Pozzo, durante una cerimonia a metà circa dei lavori. Si tratta di parole ricevute dalla Madre Speranza durante un’estasi del 3 aprile precedente, aventi fin dall’intestazione un valore particolarmente ufficiale. Dice il testo:
“Decreto. A quest’acqua e alle piscine va dato il nome del mio Santuario. Desidero che tu dica, fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di tutti coloro che ricorrono a te, che usino quest’acqua con molta fede e fiducia e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; e che prima passino tutti a curare le loro povere anime dalle piaghe che le affliggono per questo mio Santuario dove li aspetta non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre che li ama, perdona, non tiene in conto, e dimentica”.
Lo stesso Gesù Cristo avrebbe indicato il punto esatto dove scavare per trovare la sorgente d’acqua che avrebbe alimentato le piscine, replicandosi così il mistero che ha dato vita al Santuario di Lourdes. Una ricerca difficile, resa tale proprio dall’opera disturbatrice del demonio.
E’ il 1959 quando Gesù indica a Madre Speranza il terreno ove ora sorge il Santuario, indicando con il piede il punto esatto dove si doveva eseguire lo scavo per giungere alle sorgenti. Una cosa impensabile se si pensa che la località era notoriamente scarsa di acqua, tanto che nella zona era necessario ricorrere ad autobotti per fornire la zona. Altro presagio che il tignoso fece – così veniva apostrofato il demonio da Madre Speranza – fu quello di far morire coloro che avessero portato avanti i lavori. Una minaccia che non portò alcuna conseguenza.
La perseveranza e la fede che Madre Speranza non perse mai, nonostante tali difficoltà, portarono alla fine a giungere alla sorgente d’acqua che oggi alimenta le piscine ove si recano pellegrini e ammalati per trovare ristoro a mali fisici o spirituali.
Presso Madre Speranza giunsero anche vari satanisti ed esponenti della massoneria, convertiti grazie alle preghiere e ai sacrifici che la religiosa ha compiuto per ottenere la salvezza delle loro anime. Gli attacchi feroci di satana non si limitarono a provocare cadute rovinose ma giunsero persino a provocare la combustione del letto che, misteriosamente, prese fuoco. Un segno del fatto che quelle anime erano state strappate alla dannazione eterna, come la stessa Madre Speranza confermerà.
Fonte Parziale: Collevalenza.it Youtube