Madonna di Civitavecchia: la statua che pianse sangue
Madonna di Civitavecchia, venerata come la Madonna delle Lacrime: si tratta di un oggetto di devozione cristiana raffigurante la Vergine Maria e che nel 1995 fu resa celebre da un avvenimento soprannaturale che riguardò la piccola effigie della Madonna. Approfondimento su Altrarealtà.com.
A Civitavecchia dal 2 febbraio al 15 marzo 1995, una piccola statuina, alta circa 42 cm e raffigurante la Madonna, avrebbe lacrimato sangue. La statuina fu acquistata a Medjugorje il 16 settembre 1994 da don Pablo Martìn, parroco della chiesa locale intitolata a Sant’Agostino e donata ad una famiglia di Civitavecchia, la famiglia Gregori. Un fenomeno straordinario quanto inspiegabile.
Dal 17 giugno 1995 essa è custodita in una teca nella locale parrocchia di Sant’Agostino ed è stata esposta alla venerazione dei fedeli. Ad oggi la Chiesa cattolica non si è pronunciata ufficialmente sulle lacrimazioni.
La storia della statuina della Madonna di Civitavecchia

Madonna di Civitavecchia
La statuina è fatta in gesso, alta circa 42 cm e raffigura la Regina della Pace, titolo con cui si venera la Madonna a Medjugorje, luogo mariano dove dal 1981 la Vergine Maria apparirebbe a 6 veggenti. La piccola statua era stata posta in una nicchia costruita dal capofamiglia Fabio Gregori nel giardino della loro casa. Il 2 febbraio 1995 verso le 16.20, la figlioletta Jessica, che allora aveva cinque anni, sostenne di aver visto un liquido, che sembrava essere sangue, scendere dagli occhi della Madonnina, lungo le guance. Avvertì il padre e questi, dopo aver avvisato la moglie, riferì poco dopo l’accaduto a don Pablo, che si recò subito dai Gregori, constatando di persona il fenomeno.
La sera del 3 febbraio il fatto si ripeté davanti ad alcuni testimoni, e proseguì nei giorni successivi, mentre aumentava il numero dei fedeli o dei semplici curiosi; affluirono giornalisti e le forze dell’ordine, mentre il 5 febbraio la notizia venne diffusa dai media nazionali. Venne intanto informato il Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, monsignor Girolamo Grillo, che nominò una commissione teologica per studiare il fenomeno, mentre venivano effettuate le prime analisi di laboratorio. La Madonna di Civitavecchia venne sottoposta anche ad un breve esorcismo, per escludere l’eventuale natura demoniaca dei fatti.
La statuetta lasciò la casa dei Gregori a causa dell’assedio della folla e, dopo essere transitata in un primo tempo dalla chiesa di Sant’Agostino, venne custodita dalla diocesi in un luogo segreto. Il 28 febbraio vennero resi noti i risultati delle analisi: la Madonnina non conteneva marchingegni, il liquido esaminato risultava sangue umano di tipo maschile. Venne informato dal vescovo anche il Vaticano, nella persona dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, il futuro Papa Benedetto XVI, mentre il 15 marzo l’ultima delle quattordici lacrimazioni avvenne mentre monsignor Grillo, inizialmente scettico, teneva la statuetta fra le mani, raccolto in preghiera insieme ad alcuni testimoni.
Rilievi scientifici sulle lacrime versate dalla Madonna di Civitavecchia
A seguito di una denuncia del Codacons per abuso della credulità popolare e truffa, la statuina della Madonna di Civitavecchia viene posta sotto sequestro dal magistrato Antonio Albano. Durante tale periodo vennero eseguite alcune perizie tecniche, fra cui un’analisi stratigrafica delle tracce ematiche e un confronto fotografico dettagliato del volto della statuina. Alle presunte 14 lacrimazioni hanno assistito complessivamente circa 50 persone, diverse fra loro per età e condizione sociale. I testimoni ascoltati hanno giurato di dire la verità e si sono prestati liberamente all’interrogatorio. Il 24 febbraio 1995 fu effettuata una TAC, presso l’Istituto di Radiologia del Policlinico Gemelli di Roma, da parte del Prof. Maurizio Vincenzoni: l’esame escluse la presenza di marchingegni o altre anomalie all’interno della statuetta.
Il 28 febbraio successivo Monsignor Grillo ricevette, dai professori Angelo Fiori e Giancarlo Umani Ronchi, i risultati degli esami del liquido prelevato dalla statuetta: la conclusione diceva testualmente che Le tracce di apparenza ematica riscontrate sul volto e sul collo della statua della Madonna sottoposte al nostro esame sono risultate tracce di sangue umano maschile. L’esame macroscopico e radiologico della statua non ha evidenziato la presenza di anomalie all’infuori delle tracce ematiche.
I componenti maschili della famiglia Gregori si sono rifiutati di sottoporsi ad un prelievo di materiale genetico volto a comparare il loro profilo con quello del sangue della statua. In merito osserva il citato professor Ronchi: “Per il DNA è molto importante avere chiare le idee: un conto è la compatibilità del sangue, un conto è l’identità del sangue. Per procedere alla compatibilità potrebbe essere sufficiente un numero anche limitato di polimorfismi, ma non proverebbe niente e inoltre sarebbe pericoloso perché si presterebbe a false strumentalizzazioni. Per procedere all’identità è necessario individuare un elevato numero di elementi, ciò che non è stato né è più possibile. Le analisi effettuate dalla Magistratura si sono limitate a isolare soltanto cinque “polimorfismi”, quando ce ne vorrebbero almeno venticinque per procedere ad una seria comparazione.
Per di più i cinque polimorfismi isolati sono comuni alla stragrande maggioranza della popolazione. È ovvio che se i polimorfismi ricavati sono “rilevabili nella popolazione in generale”, ogni comparazione sarebbe stata non attendibile”. Le indagini svolte nel 1995 dal dott. Spinella della sezione Indagini biologiche della Criminalpol lo hanno invece portato a dichiarare che Nei nostri laboratori siamo andati oltre il Dna nucleare individuato dai professori Umani Ronchi e Fiori, e abbiamo determinato quello mitocondriale. Confermo le sue caratteristiche maschili. Si tratta di un Dna abbastanza diffuso, diciamo uno a 50.000 che, in una città come Civitavecchia abitata da poco più di 52 000 persone può portare ad una identificazione difficilmente contestabile. È però necessario aggiungere che il DNA mitocondriale viene invece poco usato in medicina forense. Il limite attuale alle stime statistiche è costituito dal fatto che i dati relativi alla popolazione in merito al polimorfismo mitocondriale sono ancora insufficienti. Di conseguenza è probabile che le stime basate sulla frequenza esaminata siano poco attendibili. Per questo motivo è preferibile non fornire un valore di probabilità quando è in gioco il DNA mitocondriale.
I risultati dell’analisi stratigrafica computerizzata e il confronto dettagliato delle fotografie scattate alla statuetta nei vari periodi, eseguiti dalla polizia scientifica e depositati presso la procura di Civitavecchia nel 1996, hanno messo in evidenza che non vi sono state lacrimazioni successive alla prima (presunta) lacrimazione del 2 febbraio 1995. Quanto alla prima lacrimazione, una perizia tecnica istituita dal sostituto procuratore Antonio La Rosa ha mostrato come, tenendo conto dei parametri di viscosità e fluidodinamica del sangue, della porosità e delle irregolarità superficiali della statua di gesso, le tracce ematiche non presentano reali caratteristiche di scivolamento/gocciolamento, come avverrebbe in caso di lacrimazione, ma presentano, bensì, i segni di un probabile artefatto, ovvero le tracce ematiche sarebbero state depositate sulla superficie della statuina per mezzo di una siringa o di un contagocce. Come spiegare allora il fenomeno avvenuto proprio mentre la statuina era tra le mani del Vescovo?
La Chiesa cattolica non si è pronunciata ufficialmente sul fenomeno anche se vi sono considerazioni ufficiose che si riassumono in tal senso: dopo il pronunciamento sostanzialmente positivo di una prima commissione teologica, voluta dalla diocesi di Civitavecchia, l’ex segretario di stato della Santa Sede, Tarcisio Bertone, nel 2006 rivelava che una seconda commissione teologica vaticana si sarebbe espressa con la formula non consta la soprannaturalità dell’evento, escludendola dunque.
Le lacrimazioni non sarebbero l’unico fenomeno soprannaturale verificatosi a Civitavecchia: tra il 2005 e il 2006 Jessica Gregori avrebbe avuto 92 apparizioni mariane ricevendone dei messaggi, sul cui contenuto sarebbe vincolata al segreto: alcuni di essi sarebbero legati al terzo Segreto di Fatima. Unico depositario sarebbe il Vescovo, al quale spetterebbe la decisione di renderli noti.
Esiste inoltre una copia della Madonna di Civitavecchia, donata il 10 aprile 1995 dal Cardinale Deskur alla famiglia Gregori, per sostituire l’originale conservato nella parrocchia di Sant’Agostino. Questa seconda statuina avrebbe prodotto essudazioni di olio profumato e, successivamente, anche lacrime.