Licantropo: tra mito, leggenda e fatti realmente accaduti
Licantropo o uomo lupo è una delle creature mitologiche condannata a seguito di maledizione a trasformarsi in una bestia simile ad un lupo nelle notti di plenilunio. Una figura presente in numerose culture. Nel poema babilonese Gilgamesh, per esempio, la dea Ishtar trasforma per punizione un pastore in lupo, mettendogli perfidamente contro parenti e amici.
La narrazione biblica, attraverso le parole del profeta Daniele, offre poi la storia del delirio zooantropico di Nabuccodonosor, sovrano di Babilonia. Preceduto da un periodo di intensa attività onirica, con incubi terrificanti e premonitori, si abbatte sul re un prostrante stato allucinatorio nel quale egli, sentendosi simile a una belva, abbandona la sua comunità ed erra, nudo, per i boschi, fino a subire vere e proprie metamorfosi fisiche: il pelo gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli (Daniele, 4:30). Sette anni di tormento, poi la guarigione e il ritorno al proprio trono.
Questi sono solamente due esempi, ma ugualmente sono sufficienti a dimostrare quanto antica sia la mitologia riguardante il Lupo Mannaro (termine, a proposito, che presumibilmente deriva dal latino lupus hominarius, e cioè lupo umanoide, che cammina eretto come un uomo).
Il personaggio del Licantropo è stato altresì utilizzato in numerose realizzazioni cinematografiche hollywoodiane di genere horror, raffigurato come una bestia antropomorfa ricoperta di pelo, mutato in volto come bestia e dalle lunghe zanne e artigli affilati, assetato di sangue umano.
Un personaggio del più terrificante genere fantasy horror ma che nella storia sembra aver avuto una reale esistenza e che pare sia esistito realmente in una località tedesca. Vi raccontiamo la storia di Peter Stubbe, vissuto tra il 1525 e il 31 ottobre 1589. La sua morte, avvenuta in una macabra coincidenza nella notte di halloween, è stata frutto di una condanna alla tortura e a morte, per i crimini efferati di cui quest’uomo si è macchiato nel corso della sua esistenza.
Peter Stubbe il Licantropo di Bedburg
Noto alle cronache come serial killer, Peter Stubbe si è reso protagonista di un efferato caso di licantropia nel XVI secolo. Siamo a Bedburg, presso Colonia, in Germania. L’uomo si rese colpevole per l’efferato massacro di due donne incinte e tredici bambini, compresi i suoi figli. La modalità con cui uccideva le sue vittime era bestiale, in quanto egli le assaliva al pari di una belva feroce, azzannandole al collo, sviscerandole e consumandone le carni. Il più efferatp fu proprio nei confronti del figlio, al quale spaccò la testa con un’ascia per poi divorare il cervello.
Venne arrestato nell’ottobre 1559 in quanto un passante, vedendolo, iniziò a gridare interrompendone i suoi atti violenti. Nella sua deposizione fornita agli inquirenti sotto tortura, Peter Stubbe raccontò di aver ricevuto dal diavolo una cintura magica, in verità mai rintracciata, con cui poteva trasformarsi in lupo ogni volta la indossasse. Si racconta che durante il processo l’uomo raccontò di praticare magia nera sin dall’età di 12 anni e di avere avuto frequentazioni assidue con il demonio, il quale lo avrebbe omaggiato della prodigiosa cintura.
La condanna giunse il 28 ottobre e dopo tre giorni venne ucciso mediante il supplizio della ruota. Venne torturato mediante asportazione di alcune parti del corpo mediante una tenaglia incandescente, gli furono amputati mani e piedi a colpi di ascia e infine venne decapitato. La sua testa venne infilzata su un palo per essere monito per tutti mentre i resti vennero dati alle fiamme sul rogo. Stessa sorte toccò alla moglie di Stubbe, Katherine Tropin e alla figlia Beel, accusate di complicità e condannate a morire sul rogo lo stesso giorno. Il personaggio di Stubbe viene menzionato nel libro L’Esorcista di William Peter Blatty in un dialogo tra padre Karras e il tenente Kinderman.
Fonte: Macrolibrarsi Youtube