Libro Tibetano dei Morti: testo classico del Buddismo tibetano (Recensione Libro)

Libro Tibetano dei Morti o Bardo Thodol, è un testo buddista che incarna l’antica credenza religiosa orientale nella reincarnazione dell’anima. Si tratta di un testo classico del Buddismo tibetano. Approfondimento su Altrarealta.com.
La ruota del karma deve essere rispettata e superata attraverso le azioni virtuose dei viventi per consentire alle anime dei morti di abbandonare la strada della reincarnazione e liberarsi nel definitivo ricongiungimento con l’Assoluto Cosmico.
Questo classico della religiosità orientale appartiene al filone di scritture arcaiche attraverso le quali l’uomo ha tentato di affrontare l’angosciante problema della morte, proponendo soluzioni che leniscano il terrore e rassicurino il vivente sul suo ignoto destino. Nel fiorito linguaggio di questo rituale tibetano, la morte si configura in modo radicalmente diverso sia dall’idea di un’integrazione nella gloria divina, sia dal concetto di una dissoluzione totale. Nel tempo intermedio tra la morte fisica e il destino finale, il defunto conserva un “principio cosciente” sul quale opera il monaco recitante, che mediante la lettura del testo, ingenera in quel “principio”esperienze visionarie ed evoca le immagini terrifiche degli dei.
Per coloro che vorrebbero raggiungere una maggiore consapevolezza nella vita personale questo è un libro speciale. Per l’occidentale accostarsi alla pratica tibetana e buddista è all’inizio sconvolgente. Si tratta di una cultura orientata alla cura di sé e alla pacificazione con le domande fondamentali dell’esistenza.
Il Libro Tibetano dei Morti è basato sulla facoltà dell’Udire, inteso come ascolto a diversi livelli. All’ascolto di sé e degli interrogativi interiori ci si allena nella vita e si può trovare aiuto, secondo la tradizione tibetana, nei gter-ma (tesori), testi o oggetti sacri.
Origini del Libro Tibetano dei Morti

Rappresentazione del Libro Tibetano dei Morti
Il Bardo Thodol è un libro tibetano che fu scritto nell’ottavo secolo. Esso contiene le istruzioni per il moribondo che gli vengono recitate all’orecchio nel momento del trapasso.
Il Libro Tibetano dei Morti fu tenuto segreto fino agli inizi del XX secolo, poi nel 1917 fu scoperto da un viaggiatore inglese e tradotto nel 1927 dopo lunghi anni di lavoro. Attualmente se ne trovano edizioni in tutte le lingue, anche in italiano.
Per comprendere il testo bisogna considerare che il Buddismo considera scopo primario dell’uomo raggiungere l’Illuminazione, cioè la piena coscienza dell’irrealtà del mondo sensibile e quindi anche del proprio io. Nel Buddismo sono sconosciuti i concetti di Dio e di Anima.
Secondo i buddisti tibetani questa credenza è causata dall’ignoranza circa la vera natura dell’esistenza. Questo intende affermare il buddismo quando dice che il mondo è irreale. Il rimedio a questa ignoranza consiste nel vedere al di là dell’illusione. Per giungere a questo stadio è necessario riconoscere le proprie proiezioni del mondo e dissolvere il senso del sé nel vacuo e nel luminoso.
Il Buddismo ha recepito il concetto induista che durante la vita l’uomo accumula il Karma. Questo Karma è la causa della nascita di un nuovo individuo dopo la morte. Se il Karma è negativo, si può rinascere anche come animale; se il Karma è positivo si può rinascere anche in uno dei tanti stati spirituali superiori all’uomo, ma neanche questo è un fatto positivo, perchè anche questi stati sono soggetti alla legge del Karma.
La recita del Bardo Thodol al morente è un tentativo di fargli raggiungere l’illuminazione mentre si trova nello stato di Bardo, cioè nell’intervallo di tempo che precede una nuova rinascita.
Nella stragrande maggioranza dei casi questo scopo non viene raggiunto, ma, come effetto secondario, si può far ottenere al morente una buona rinascita, come essere umano dotato di quelle qualità intellettuali che potrebbero consentirgli di raggiungere l’illuminazione nella nuova vita.
L’insegnamento fodamentale che il Bardo Thodol da al morente è che tutte le visioni che gli appariranno sono solo proiezioni della sua mente e che quindi egli deve assolutamente evitare di esserne attirato.
E’ doveroso notare che molte di queste visioni coincidono con le descrizioni fatte dalle persone che hanno vissuto un’esperienza premorte.
Il libro Tibetano dei Morti: tanti libri ma diversi
Recensire un libro di questo genere ci porta per lo più a raccontarvi di cosa tratta, per questo preferiamo fare una recensione sull’edizione del libro e non sul suo contenuto. Abbiamo selezionato per voi la Prima edizione integrale con il commento del Dalai Lama perché a nostra opinione, questa versione, ci sembra quella più indicata da un lettore neofita che si vuole avvicinare ad un nuovo modo di concepire la morte ma soprattuto la vita.
Il commento del Dalai Lama da qualcosa in più a questa edizione, l’arrichisce, accompagnando cosi il lettore, passo dopo passo, nel mondo del Bardo Todol e di quello che rappresenta nella vita di tutti i giorni.
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Prima edizione integrale con il commento del Dalai Lama
€ 10.5
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Fonte Parziale: Youtube, Macrolibrarsi
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