Damanhur: comunità ecologista o setta satanica occulta?

Oberto Airaudi fondatore di Damanhur
Damanhur è una comunità che è stata fondata da Oberto Airaudi, un assicuratore italiano nato nel 1950 e scomparso il 23 giugno 2013 a causa di una lunga malattia. Ad Airaudi si attribuisce la paternità di questa comunità esoterica, da molti considerata una vera e propria setta. Approfondimento su Altrarealtà.com.
Essa è situata a Vidracco in Piemonte, a circa 50 km a nord di Torino, nella Valchiusella, ai piedi delle Alpi, e si basa sul pensiero del padre fondatore, Oberto Airaudi, che vede l’essere umano come portatore di una scintilla divina, della quale prendere consapevolezza attraverso una meditazione sul proprio sé e sulla sacralità dell’universo.
E’ usanza degli appartenenti a tale comunità, attribuirsi un nome di animale o di vegetale per suggellare il rinnovamento e il senso di unione con la natura. Il nome Damanhur deriva dall’omonima città egiziana che fu sede di un tempio dedicato a Horo. Il nome della città deriva dall’egiziano antico Timinhor o Città di Horus. Secondo un’altra interpretazione il nome farebbe riferimento ad una guerra che fece versare sangue per parecchi giorni.
Origini della Federazione di Damanhur

Tempio di Damanhur
La Federazione di Damanhur, inizialmente definitasi città-stato o comunità dell’Acquario, fu fondata nel 1977 da Airaudi insieme a una decina di ricercatori spirituali provenienti dall’area torinese.
Attualmente è costituita da una ventina di abitazioni sparse nella Valchiusella ognuna delle quali composta mediamente da una ventina di persone e si struttura su aree boschive, aree agricole (campi coltivati e fattorie), abitazioni, aree produttive (aziende, laboratori artistici), scuole e giornali, e qualche decina di altre attività economiche e di servizio. All’interno della Federazione si utilizza una moneta alternativa, chiamata “Credito damanhuriano”. Damanhur, comunque, ha anche dei centri in altre città italiane e all’estero (Europa e Giappone), dove si svolgono corsi, conferenze e attività collegate ad essa.
La Federazione di Damanhur si occupa anche di ecologia (i damanhuriani definiscono la propria comunità come una eco-società): infatti, la Federazione di Damanhur è membro del network denominato Gen (Global Ecovillages network) e di Rive (Rete Italiana Villaggi Ecologici).
Federazione di Damanhur: testimonianze di ex aderenti

Comunità Damanhur
Gli ex aderenti a Damanhur raccontano che gli adepti della comunità rinnegano il proprio nome ed i sacramenti cattolici ricevuti, per adorare una divinità chiamata Horus. Nella comunità si fa molto uso della magia e delle divinazioni. La sua filosofia non contiene riferimenti al perdono ed alla giustizia, né ai diritti umani. Selettiva come prevede la sua costituzione non offre a tutti le stesse opportunità, la meritocrazia adoperata per distinguere e separare le persone operose da quelle meno, non offre margini di tolleranza, assistendo perciò ad un sistema divisionale.
L’imponente mole di impegni sociali e rituali cui l’adepto si trova ad eseguire giornalmente, distraggono gli adepti dalla passata vita sociale, abbandonandola poco per volta. Le persone che lavorano all’interno della comunità, svolgendo mansioni di servizio, sono pagati con la loro moneta complementare interna, impedendo di fatto di crearsi un risparmio. Quella moneta è spendibile solo all’interno della comunità e in uno o due negozi in valle. Il lavoro all’interno è retribuito ma non dei contributi previdenziali, quindi una persona che abbia trascorso un numero importante di anni al suo interno e poi decida di andarsene si troverà senza contributi e senza TFR.
La magia pervade ogni aspetto della comunità, tanto che ogni prodotto alimentare e non, venduto nei loro negozi è trattato con rituali magici ed apparecchi dalle non ben definite e sperimentate caratteristiche energetiche. Quando una persona lascia la comunità è considerato elemento non più dialogante e quindi mantenuto in disparte; questo senso della segretezza è usato anche verso i genitori o parenti o amici che non ne fanno parte.
Secondo la Presidente dell’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici, Patrizia Santovecchi, tra le caratteristiche di Damanhur vi sono quelle tipiche delle sette, tra cui la mancanza di possibilità di uscire liberamente, senza nessun ricatto: particolare già osservato per la congregazione dei testimoni di geova; la manipolazione attraverso la sindrome dell’assedio, per cui fuori dalla setta si collocano tutti i nemici costituiti dalle energie negative; e ancora l’impossibilità di critica e l’imposizione di una totale obbedienza, l’allontanamento dai familiari, la completa spersonalizzazione nell’individuo, privato di ogni capacità decisionale e condizionato a chiedere al guru cosa debba fare.
Fonte Parziale: Amazon