Curva del Diablo: la setta satanica più nota in Bolivia
Curva del Diablo: è definita così la setta satanica più conosciuta nella periferia di La Paz, che si trova lungo la strada che collega El Alto alla capitale della Bolivia. Approfondimento su Altrarealtà.com.
Candele nere vengono fatte bruciare per creare un’atmosfera tenebrosa. Gli indigeni Aymara della Bolivia si preparano ad invocare gli spiriti satanici per minacciare le famiglie e farsi consegnare denaro promettendo in cambio felicità e fortuna.
Secondo quanto afferma un seguace della setta, la gente chiede salute e una vita buona mentre si maledicono coloro che hanno fatto del male in qualche modo. Si utilizzano candele a forma di gatti e cani perché si vuole la discordia tra la gente, proprio come tra cani e gatti. La Curva del Diablo è balzata all’attenzione delle cronache dopo la notizia che il Santo Padre sarebbe transitato nei pressi di quei luoghi in occasione del viaggio in America Latina.
I macabri rituali della Curva del Diablo

Curva del Diablo
Due candele di paraffina, color nero, raffiguranti esseri antropomorfi, con sotto l’iscrizione di nomi a individuare i soggetti da colpire, come una coppia di sposi che devono dei soldi ricevuti in prestito e non più restituiti. I loro creditori, un paio di Aymara, invocano ogni sorta di male possibile su coloro che li hanno danneggiati.
Decine di persone si dedicano a questa forma di rituale invocativo delle forze malefiche per ottenere giustizia attraverso l’invocazione dello zio, come sono soliti definire il demonio. Chiedono l’intervento del maligno per ottenere soldi, auto, casa, sicurezze materiali ma anche la salute. Dopo il rituale fatto con l’accensione di ceri e la richiesta di quanto si vuole ottenere, si chiude il rituale depositando fiori, alcol, vino e foglie di coca, secondo la testimonianza di uno sciamano aymara.
Questo tipo di altare è di circa 50 metri di lunghezza e 40 di altezza. Lì, qualcuno aveva scolpito nel passato, una pietra, un volto mefistofélico. Un luogo inquietante dove nel 2011 fu ritrovato anche un uomo senza vita forse per la consumazione di un rito sacrificale.
Giudizio degli antropologi sulla setta boliviana Curva del Diablo

Curva del Diablo
Secondo gli antropologi, la Curva del Diablo era un luogo precolombiano religioso dove un idolo di pietra è stato adorato nella forma di un serpente arrotolato, una divinità chiamata Katari in Aymara, associato al dio benefattore Illapa raggio di Pioggia. La Curva del Diablo prende il suo nome dalla roccia, ora distrutta, da dove – si dice – la gente può vedere in faccia il demonio. I riti satanici avvengono il martedì e il venerdì. I boliviani sono molto legati ai rituali indigeni, che mischiano tradizioni andine a fede cristiana.
C’è l’antica credenza che il posto fosse un huaca, un centro religioso di culto indigeno secondo quanto ha dichiarato il ricercatore del Museo di Etnografia e Folklore di La Paz, Milton Eyzaguirre.
Lo zio rappresenta anche Supay, una divinità andina lunatico, rappresentata nelle miniere boliviane come demone guardiano dei tunnel, che consente solo l’estrazione di minerali, se i suoi seguaci avessero invocato con foglie di alcol e coca.
Eyzaguirre ammette di sapere che si sia consumato qualche sacrificio con uccisione di animali, polli, cani o gatti, un dato di fatto condannato dai sostenitori degli animali. Tuttavia, nella Curva del Diablo ha iniziato ad operare a pochi anni fa una associazione denominata Waca Katari, che riunisce gli sciamani del luogo e ha negato il verificarsi di tali atti.
Fonte Parziale: Macrolibrarsi Wikipedia