Commissione Trilaterale: una minaccia alla sovranità (Recensione Libro)

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La Commissione Trilaterale è un gruppo di studio non governativo e apartitico con sede sociale a New York. La sua struttura conta più di trecento membri, tra uomini d’affari, politici e intellettuali provenienti dall’Europa, dal Giappone e dall’America settentrionale. Venne fondata il 23 giugno 1973 per iniziativa di David Rockfeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti e notabili, tra i quali Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski. La nascita di questa organizzazione è legata al declino dell’influenza del Council on Foreign Relations, un precedente gruppo di studio americano di politica estera, le cui posizioni sulla guerra del Vietnam erano divenute impopolari. Oggi Altrarealtà.com vuole meglio approfondire il tema che lascia aperte ipotesi cospirazioniste.
Dirigenti delle multinazionali, governanti dei paesi ricchi e sostenitori del liberismo economico hanno rapidamente compreso che dovevano agire di concerto se volevano imporre la propria visione del mondo. All’epoca, la Commissione si prefiggeva di diventare un organo privato di concertazione e orientamento della politica internazionale dei paesi della triade (Stati uniti, Europa, Giappone). L’atto costitutivo spiega: Basata sull’analisi delle più rilevanti questioni con cui si confrontano l’America e il Giappone, la Commissione si sforza di sviluppare proposte pratiche per un’azione congiunta. I membri della Commissione comprendono più di 200 insigni cittadini impegnati in settori diversi e provenienti dalle tre regioni.
La creazione di questa organizzazione dal profilo opaco in cui a porte chiuse e al riparo da qualsiasi intromissione mediatica si ritrovano fianco a fianco dirigenti delle più imponenti multinazionali, banchieri, uomini politici, esperti di politica internazionale e universitari, coincideva all’epoca con un periodo di incertezza e turbolenza della politica mondiale. La direzione dell’economia internazionale sembrava sfuggire alle élite dei paesi ricchi, le forze di sinistra apparivano potenti, soprattutto in Europa, e la crescente interdipendenza delle questioni economiche chiamava le grandi potenze a una cooperazione più stretta. Rapidamente, la Commissione Trilaterale si impone come uno dei principali strumenti di questa concertazione, attenta al tempo stesso a proteggere gli interessi delle multinazionali e a chiarire attraverso le proprie analisi le decisioni dei dirigenti politici.
La Commissione Trilaterale: una minaccia alla democrazia
Gli interventi ruotano intorno ad alcune idee fondanti, ampiamente riprese dalla politica. La prima è la necessità di un nuovo ordine internazionale. Il quadro sarebbe troppo angusto per trattare grandi questioni mondiali la cui complessità e interdipendenza vengono continuamente riaffermate.
Un’analisi del genere giustifica e legittima le attività della Commissione Trilaterale che è sia un osservatorio privilegiato sia il capomastro di questa nuova architettura internazionale.
La seconda idea fondante, che trae origine dalla prima, è il ruolo tutelare della triade, in particolare degli Stati Uniti, nella riforma del sistema internazionale. I paesi ricchi sono invitati ad esprimersi con una sola voce e a unire i propri sforzi in una missione destinata a promuovere la stabilità del pianeta grazie alla diffusione del modello economico dominante. Le democrazie liberali sono il centro vitale dell’economia, della finanza e della tecnologia. Un centro che gli altri paesi dovranno integrare accettando l’ordine che esso si è dato.
L’egemonia delle democrazie liberali rafforza la fede nelle virtù della globalizzazione e della liberalizzazione delle economie espressa dal pensiero della trilaterale. La globalizzazione finanziaria e lo sviluppo degli scambi internazionali sarebbero al servizio del progresso e del miglioramento delle condizioni di vita di un gran numero di persone. Ma esse presuppongono la rimessa in causa delle sovranità nazionali e la soppressione delle misure protezioniste.
Terza caratteristica fondante della trilaterale: l’avversione per i movimenti popolari, espressa nel celebre rapporto della Commissione sul governo delle democrazie. Questo rapporto, del 1975, denunciava gli eccessi della democrazia, espressi secondo gli autori dalle manifestazioni di contestazione dell’epoca. Manifestazioni che, un po’ come oggi, mettevano in causa la politica estera degli Stati Uniti (ruolo della Cia nel golpe cileno, guerra del Vietnam) ed esigevano il riconoscimento di nuovi diritti sociali. Il rapporto provocò all’epoca molti commenti indignati che si scatenarono contro l’amministrazione democratica del presidente James Carter, essendo stato egli stesso un membro della trilaterale (come più tardi il presidente Clinton).
Dall’inizio degli anni ’80, l’attenzione della stampa per questo tipo di istituzioni sembra essersi rivolta più che altro su incontri meno chiusi e soprattutto più divulgabili tramiti i media, come il Forum di Davos. L’importanza delle questioni dibattute nell’ambito della Trilaterale e il livello di coloro che in questi ultimi anni hanno partecipato alle sue riunioni sottolineano però la sua persistente influenza.
Commissione Trilaterale: approfondimento bibliografico
Una proposta bibliografica di approfondimento sulla Commissione Trilaterale e su queste realtà dall’aspetto para massonico, che Altrarealtà.com propone alla vostra attenzione, è documentata da Francesco Amodeo, imprenditore e blogger napoletano diventato ormai uno dei protagonisti della contro-informazione sul web il quale decide di affrontare in prima persona argomenti censurati dai media tradizionali e con due video inchiesta diffusi in Rete e che ha raggiunto oltre 3 milioni di italiani che sono rimasti inchiodati davanti a quelle realtà, cambiando per sempre la propria percezione sul ruolo dei politici e dei media.
Nel libro sono riportate interviste esclusive come quella all’autore del best seller mondiale sul Club Bilderberg Daniel Estulin, ex collaboratore Kgb, ma anche rivelazioni di europarlamentari e giornalisti che hanno deciso di rompere il silenzio su queste fumose organizzazioni. Una meticolosa ricerca permette di far luce sui veri assetti del potere in Italia e sui rapporti fra personaggi come Monti, Letta, Draghi, Prodi e le grandi lobbies internazionali, veri dominus della nostra economia e della nostra politica. Dito puntato in particolare sui Media che l’autore definisce il “braccio armato” dei poteri forti. Una sintesi di ciò che il giornalismo dovrebbe approfondire se davvero controllasse il potere. Per questo la figura metaforica della iena viene accostata al sistema d’informazione attuale.
Quando la ricerca del sensazionalismo da parte dei media diventa affannosa e spietata, può travolgere la vita di chi inciampa nel vortice mediatico. Fonte ispiratrice è l’attacco cui Amodeo è stato sottoposto, attraverso la documentata manipolazione di un’intervista televisiva al programa Mediaset “Le Iene”. Dal caso personale una riflessione generale, estremamente realistica su agguati e gogne mediatiche e sulle falsità che ci propinano ogni giorno i burattinai che muovono i fili della Tv.
Fonte Parziale: Macrolibrarsi.it
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