Chakra e Kundalini
Gli esseri umani, la maggior parte degli animali ed alcune piante avrebbero sette chakra principali o primari.
Secondo alcune tradizioni, ogni Chakra assomiglierebbe ad un piccolo vortice con la parte più stretta dell’imbuto orientata verso il corpo ed ogni Chakra (con l’eccezione di due) avrebbe due metà o poli, una rivolta verso la parte anteriore e l’altra verso la parte posteriore del corpo. Ogni Chakra ha la sua funzione ben specifica e la Kundalini è la linfa che li nutre così come nutre tutto il nostro corpo. Discipline come lo Yoga si basano sull’equilibrio di questi elementi. La meditazione sta alla base di tale equilibrio. Ci sono varie forme di meditazioni che agiscono stimolando o inibendo uno o più Chakra.
La Kundalini è l’energia che agisce a livello del corpo sottile ed ha sede alla base della spina dorsale. Essa è tradizionalmente rappresentata da un serpente addormentato, avvolto intorno alla base della spina dorsale in tre giri e mezzo. Il suo nome deriva dalla parola kundala, che significa avvolto, arrotolato, spiraliforme.
Ma entriamo più in dettaglio nell’argomento Chakra
Partiamo dal basso, quindi dal primo Chakra, chiamato Muladhara, che significa radice. Questo Chakra si trova sulla base della spina dorsale, sull’osso sacro. Prima particolarità di questo Chakra è che esso è l’unico a trovarsi fuori dalla colonna vertebrale. Ad esso fanno riferimento le zone del plesso pelvico, gambe, piedi ed intestino crasso. Di solito un mal funzionamento di Muladhara comporta disfunzioni nelle zone sopra elencate, inducendo all’obesità, comparsa di emorroidi, stipsi, sciatica, anoressia, problemi alle ginocchia e alle ossa, frequenti malesseri in genere, timori diffusi, difficoltà a concentrarsi, stordimento e incapacità a stare fermi. Il colore di questo Chakra è il rosso, ed è rappresentanto come in figura. Come una pianta che, per crescere forte e rigogliosa, deve avere delle buone radici, cosi noi, attarverso l’esperienza e l’efficienza di questo Chakra, iniziamo a gettare delle basi solide per costruire lo sviluppo degli altri Chakra. I compiti di questo Chakra ci portano ad entrare in contatto con la terra (che è anche il suo elemento base) e a stabilire un buon senso di solidità, a pensare alle proprie necessità di soppravvivenza e a prenderci cura del corpo. Mudalhara corrisponde alle energie più dense della materia. Per rendere efficiente questo Chakra, ci sono delle meditazioni ed esercizi specifici. In ogni caso la dottrina da prendere in riferimento è l’Hatha Yoga.
Il secondo Chakra, chiamato Svadhisthana, significa dolcezza. Questo Chakra è situato sotto il ventre al livello del plesso aortico, alla base del canale destro. Svadhisthana è l’unico Chakra mobile. Ad esso fanno riferimento i genitali, i fianchi, la parte bassa della schiena, funzioni dei reni, dei surrenali, della parte inferiore del fegato, del pancreas, dell’utero e degli intestini. . A questo Chakra vengono associate le emozioni, la sessualità, la creatività. Nel caso questo Chakra non sia efficiente, possono comparire disfunzioni come rigidità, esagerato appetito sessuale o anoressia sessuale, isolamento, instabilità emotiva o insensibilità. La principale funzione di questo centro è di metabolizzare le particelle di grasso dell’addome per procurare dell’energia ai neuroni del cervello che si affaticano a causa di eccessi di pianificazioni. Pianificare troppo, troppi pensieri, il consumo di alcool, di droghe, la dominazione, una vita orientata verso l’ego esauriscono lo Swadisthan Chakra, dove si trova il fegato, che è la sede della nostra attenzione. Come il Chakra della Radice, Svadhisthana è legato al mondo materiale. Un suo cattivo funzionamento è causa di mancanza di voglia di fare e continuo bisogno di ricorrere ad eccitanti e stimolanti. Il suo colore è l’arancione. Per rendere efficiente questo Chakra, si consiglia la meditazione, facendo riferiemento alla dottrina del Tantra Yoga.
Il terzo Chakra, chiamato Manipura, significa gemma rilucente. Si trova nella zona del plesso solare, alla base dello sterno. Il suo elemento è il fuoco. Questo Chakra è il centro del benessere individuale e collettivo. Grazie alla forza creativa del suo Swadisthan, l’uomo sviluppa i mezzi per controllare le risorse naturali a proprio vantaggio e grazie a ciò diventa prosperoso e ricco. Da un punto di vista fisico, questo centro si occupa degli organi innervati dal plesso solare: lo stomaco, l’intestino, il fegato e la vescicola biliare. La nostra attitudine verso il cibo e il modo in cui mangiamo, colpiscono le secrezioni digestive. Un suo eccessivo funzionamento comporta incapacità di fare le cose con calma, necessità di avere sempre il controllo della situazione, scoppi di ira, ulcera allo stomaco, eccesso di peso sui fianchi. Mentre un suo carente funzionamento comporta timidezza, scarsa energia, senso di affaticamento cronico, dipendenza da sostanze stimolanti, un approccio sottomesso alla vita e problemi digestivi. Il colore di Mnipura è il giallo, è bipolare ed orientato orizzontalmente. Questo è il Chakra della forza di volontà individuale, del carisma e dell’efficenza. Per rendere efficiente ed equilibrato questo Chakra, è utile seguire la disciplina del Karma Yoga.
Il quarto Chakra, chiamato Anahata, significa suono che nasce da due oggetti senza che essi ti tocchino. Si trova al livello del plesso cardiaco, dietro lo sterno, nell’asse del midollo spinale. Il suo elemento è l’aria ed è collegato all’amore ed ai rapporti. Anche in questo caso, come nel precedente Chakra, un eccessivo funzionamento di Anahata comporta eccessiva dipendenza ed attaccamento nei confronti di una persona, mentre in caso di carente funzionamento, si ha la reazione opposta, con la conseguente bassa autostima, isolamento, respirazione affannata e malinconia. Il suo colore è il Verde e con il risveglio della kundalini che apre questo centro, si diventa una persona sicura di sé, responsabile e coraggiosa. Una persona così è capace di amare l’intera umanità senza alcun interesse personale ed è amata da tutti. Per rendere efficiente ed equilibrato il quarto Chakra Anahata, è necessario seguire e praticare la disciplina del Bhakti Yoga.
Il quinto Chakra, chiamato Vishudda, significa purificazione. Si trova al livello della nuca, del plesso cervicale. Questo centro sottile è responsabile del funzionamento del collo, della lingua, della nuca, della bocca, delle orecchie, del naso, dei denti, del viso, della pelle e delle braccia. Questi sono gli organi per mezzo dei quali comunichiamo con gli altri. Il suo elemento è l’etere e il suono, e la sua funzione è legata alla comunicazione. Un suo cattivo funzionamento comporta incapacità di esprimersi o di scaricarsi, blocchi della creatività, mal di gola, spalle rigide e collo teso. Il sentimento di colpevolezza, il tabacco e dei comportamenti artificiali ed egoisti bloccano questo centro sottile. Il miglior modo di mantenere il Vishuddi in buono stato è di adottare un comportamento umile e di integrare questo comportamento all’insieme della personalità. Quando la kundalini attraversa questo centro risvegliandolo, il ricercatore diventa autentico, pieno di dolcezza e di rispetto comunicando con gli altri. Per rendere efficiente questo Chakra, è necessario riferirsi alle discipline yogiche del Mantra Yoga.
Il sesto Chakra, chiamato Ajna, che significa sapere, percepire e comandare. Si trova al centro della fronte. Questo punto è conosciuto anche come il terzo occhio di Shiva. Nel corpo fisico è rappresentato dall’incrocio dei due nervi ottici nel nostro cervello (il chiasmo ottico). Questo centro controlla il funzionamento delle due ghiandole pituitaria e pineale, che si manifestano all’interno di noi come il nostro ego e superego. Poiché questo centro sottile controlla i nostri occhi, un impegno visuale eccessivo (come il cinema, la televisione, il computer o la lettura) può rovinare questo chakra, così come tutti i cattivi pensieri. Per pulire il sesto Chakra bisogna purificare il nostro sguardo. La collera repressa e il rifiuto a perdonare, delle false nozioni su Dio, un ego gonfiato, frequentare persone dall’influenza nefasta, bloccano questo Chakra. Un cattivo funzionamento di questo centro energetico provoca emicrania, incubi, allucinazioni e scarsa percezione visiva. Il suo colore è l’indaco e la disciplina che può equilibrare Ajna è l’Yantra Yoga, ovvero lo Yoga della meditazione sugli oggetti visivi.
Il settimo Chakra, chiamato Sahasrara, che significa millefoglie. È situato nell’area limbica del nostro cervello. Il Chakra del Sahasrara è costituito dalla riunione dei 6 Chakras: si tratta di uno spazio incavo, sui bordi del quale si trovano i 1000 nervi. È anche chiamato anche Chakra della Corona, è di colore viola ed è orientato verticalmente con il relativo imbuto che indica verso il cielo. È il Chakra che presiede il contatto con la Conoscenza Divina, governa la corteccia cerebrale e la presa di coscienza. Esso determina l’apertura e la dilatazione della coscienza con lo sviluppo dell’intelletto. Le sue funzioni principali sono relative alla conoscenza superiore, alla medianità, al contatto con il Divino. Al Sahasrara Chakra appartengono tutte le questioni relative alla “Illuminazione”, vale a dire la relazione tra la coscienza dell’individuo e quella dell’universo. L’apertura o la creazione del Settimo Chakra porta a uno stato di contatto e comunione con la forza creatrice dell’universo, uno stato di purificazione, appagamento spirituale, totale libertà dalle limitazioni dei nostri istinti bassi. Un cattivo funzionamento provoca depressione, alienzione, confusione, noia, apatia, incapacità di apprendere o di capira, mentre un suo eccessivo funzionamento provoca un esagerata intelettualizzazione, avventatezza, stordimento. La disciplina che lo porta all’equilibrio è l’Jnana Yoga.
Fonte Parziale: Amazon