Albino Luciani, eletto Papa e morto dopo 33 giorni
Albino Luciani viene eletto Papa Giovanni Paolo I il 26 agosto 1978 succedendo a Paolo VI. Una elezione che lo vedrà Pontefice solo per 33 giorni. Approfondimento su Altrarealtà.com.
Una morte tanto prematura da far sospettare per anni che il Santo Padre non sia morto di morte naturale ma che sia stato in qualche modo eliminato perchè considerato una figura scomoda. In Vaticano, parecchie persone non erano contente dell’elezione di Luciani al soglio pontificio ma, forse, il più scontento di tutti era monsignor Marcinkus che fino all’ultimo istante aveva sperato nell’elezione del candidato Giuseppe Siri.
Marcinkus era una figura autorevole nella gerarchia vaticana e in particolare all’interno dello I.O.R., Istituto per le Opere Religiose. Un cardinale con le mani nei soldi. Egli intuì subito cosa avrebbe comportato l’elezione di Albino Luciani al soglio pontificio in quanto dai primi discorsi lasciò presagire di volere la chiesa sul modello di San Francesco, povera ed essenziale, mettendo al centro di tutto i valori della carità e della solidarietà. Discorsi che mal conciliavano con gli interessi o presunti tali del capo della banca vaticana.
Albino Luciani, nemico della massoneria

Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I
Su due punti Luciani sembrava irremovibile: l’iscrizione degli ecclesiastici alla massoneria e l’uso del denaro della chiesa alla stregua di una banca qualunque. E l’irritazione del Papa peggiorava al solo sentire nominare personaggi come Calvi e Sindona dei quali aveva saputo qualcosa informandosi dettagliatamente.
In coincidenza con l’elezione di Albino Luciani venne pubblicato un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria: buona parte di essi erano del Vaticano. Tra i nomi figuravano: Jean Villot (Segretario di Stato, matr. 041/3, iniziato a Zurigo il 6/8/66, nome in codice Jeanni), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano, matr. 41/076, 28/9/57, Casa), Paul Marcinkus (43/649, 21/8/67, Marpa), il vicedirettore de L’Osservatore Romano don Virgilio Levi (241/3, 4/7/58, Vile), Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana, 42/58, 21/6/57, Turo).
La lista era stata diffusa da un piccolo periodico O.P. Osservatore Politico di quel Mino Pecorelli destinato a scomparire un anno dopo l’elezione di Papa Luciani in circostanze mai chiarite. Secondo molti, O.P. era una sorta di canale di comunicazione adoperato dai servizi segreti italiani per far arrivare messaggi all’ambiente politico. Pecorelli, tra l’altro, era legato a filo doppio con Licio Gelli come lo erano Sindona e Calvi.
La morte di Albino Luciani, tra misteri e incongruenze
La morte improvvisa di Albino Luciani, dopo 33 giorni di pontificato, suscitò incredulità e stupore, sentimenti accresciuti dalle titubanze del Vaticano nello spiegare il come, il quando ed il perché dell’evento. In questo modo, l’incredulità diventò prima dubbio e poi sospetto. Era morto o l’avevano ucciso?
Fu detto all’inizio che il Santo Padre era stato trovato morto con in mano il libro L’imitazione di Cristo. Successivamente il libro si trasformò in fogli di appunti, quindi in un discorso da tenere ai gesuiti ed infine, qualche versione ufficiosa volle che tra le sue mani ci fosse l’elenco delle nomine che il Papa intendeva rendere pubbliche il giorno dopo.
Dapprima, l’ora della morte fu fissata verso le 23 e, quindi, posticipata alle 4 del mattino. Secondo le prime informazioni, il corpo senza vita era stato trovato da uno dei segretari personali del Papa, dopo circolò la voce che a scoprirlo fosse stata una delle suore che lo assistevano. C’erano veramente motivi per credere che qualcosa non quadrasse. A rafforzare questo sospetto il fatto che nessuna autopsia fu mai eseguita sul corpo di Luciani, nonostante fosse stata ipotizzata dall’ambiente ecclesiastico e dalla stampa.
Che Albino Luciani possa essere stato vittima di un complotto è stato oggetto di un documentato e ampio approfondimento da parte dello scrittore inglese David Yallop nel libro In nome di Dio, tradotto in 10 lingue e che ha venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo. Yallop ha aperto i casi Calvi, Gelli, Sindona e I.O.R., sostenendo per primo l’ipotesi di morte violenta per Papa Luciani. Un modo per non consentirgli di svelare i misteri della corruzione finanziaria della Chiesa. Nel corso degli anni, nessuna delle argomentazioni di Yallop è mai stata smontata, e man mano si sono dimostrate l’unica verità.
Fonte Parziale: Wikipedia